“Andiamo di
là”, le dissi indicando camera mia . Mi rispose, con un sorriso un po’ timido:
- “Si va bene”.
La presi
sottobraccio come per non lasciarmela sfuggire e la trascinai sul mio letto,
intenzionato a sfogare con lei e dentro di lei la voglia che mi era presa subito
fortissima fin da quando l’avevo incontrata sull’autobus e che si era
amplificata in maniera esponenziale dal momento che si era mostrata così
remissiva e così disposta a seguirmi; sapendo bene cosa le sarebbe capitato.
L’idea che lo sapesse, che sapesse a cosa andava incontro, del resto evidente
vista la situazione, mi aveva reso più che mai aggressivo.
Seduta sul
letto mi guardava fisso e cominciò a spogliarsi velocemente mentre io facevo lo
stesso e intanto l’aiutavo a togliersi il reggiseno e gli slip. Un corpicino
morbido, seni grandi, culo un po’ pesante pronto ad essere violato.
Mentre ci
spogliavamo le infilai la lingua in bocca e poi appena ebbe il seno scoperto le
iniziai a succhiare i capezzoli. Il suo respiro già si faceva più affannoso, lo
sentivo bene.
“Ora però ti
voglio dare un altro tipo di bacio, stenditi”, le dissi serio guardandola fisso
negli occhi.
Rimase un
attimo interdetta e poi subito si stese sul letto allargando le gambe e
dischiudendo appena la sua fica. La ragazza evidentemente aveva già capito di
quale bacio si trattava.
Le presi per
le gambe allargandole ancora di più, mi avvicinai e poi le infilai le dita
nella fica per cercare meglio il clitoride e scoprirlo del tutto, immerso nella
peluria nera. Adesso era tutta dischiusa
e letteralmente mi fiondai con la bocca aperta e la lingua di fuori sulla sua
fica, leccando sopra il clito, tutto intorno
con dei colpetti anche subito sotto, dove sprofondava quel buco tutto
rosa che avrei presto riempito col mio cazzo. Quel cazzo che intanto sentivo
pulsare duro e che aveva un gran bisogno di venire avvolto dalla sua carne
bagnata.
La ragazza (era
stato tutto così veloce che non sapevo nè il suo nome, né di dov’era), stava lì
distesa a gambe larghe e mugolava sempre
più forte mentre la leccavo.
Ad un certo
punto mi fermai, mi alzai e , prendendolo in mano, con la cappella rosea che
non aspettava altro di essere succhiata, lo misi davanti alla sua bocca,
dicendole: “Ora tocca a te”. Come risposta strinse la bocca, fece cenno di no e
mi rispose: “No no io quello solo a grandi amori”. Rimasi fermo un attimo a
guardarla stupito, nonostante tutta la mia eccitazione mi spingesse a fare ben
altro. Non ricordo se fui più seccato o più divertito. Forse ambedue le cose.
Ma come? Dopo appena dieci, quindici minuti di conoscenza vieni a casa mia,
consapevole che avremmo fatto sesso e poi mi dici che non mi fai un pompino
perché non sono un tuo grande amore?
Al che,
ripreso dalla sorpresa, l’afferrai per i fianchi e, sempre lì sul letto, la
girai: “Allora guardiamo se questo lo fai con chi non è un tuo grande amore”.
Le divaricai le cosce e da dietro, una volta vista la spacca rosea, la penetrai
di brutto, affondando in un buco caldo, morbido, fradicio, avvolgente. E lei si
fece fare senza problemi; anzi iniziando a dire qualcosa tra i denti
d’incomprensibile, probabilmente in spagnolo, tipo “scopami, spaccami”. Almeno i “non amori” la potevano scopare da dietro.
Mentre
affondavo ritmicamente in quel buco fradicio, tenendola un po’ per i fianchi,
un po’ toccandola davanti e prendendola per i capelli, reso più aggressivo dal
fatto che mi avesse negato il pompino,
vicino ad un orecchio, a denti stretti, le dissi qualcosa tipo: “Dopo te lo
ficco nel culo, lo sai?”.
Come se
avesse capito, quando era ancora lì
girata a pecora, voltandosi un attimo e quasi ridendo, mi rispose: “Lo so cosa
vuoi fare”. Continuai a scoparla accanito ma nonostante tutto rimasi allibito:
vieni qui da me, rifiuti un pompino per ragioni “morali” ma poi te lo fai
mettere volentieri nel culo?
Non potevo
che prendere atto e prima di soddisfare quella mia potentissima voglia di
sodomizzarla, pensai bene di farla venire sopra di me, una delle posizioni che
mi hanno sempre più gratificato: penetrazione profonda con la possibilità di
usare al meglio le mani e la bocca.
Mi distesi
e, con cazzo in mano, le dissi di montarmi sopra. Così fece e, mentre la
guardavo, un po’ titubante su come
infilarselo senza crearsi e crearmi problemi, iniziai a sentirla scendere
mentre sempre più fradicia mi avvolgeva pian piano il membro duro e pulsante.
Ora ero
tutto dentro di lei e insieme iniziammo a muoverci mentre con le mani le
stringevo i seni e le succhiavo la lingua….[continua]
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