mercoledì 22 gennaio 2014

Incontro d'estate (parte 3°)


Finalmente sentivo il mio cazzo completamente avvolto e stretto dentro di lei, immerso nel suo piacere bagnato. Mi stava cavalcando e mentre le leccavo i seni e i capezzoli spingevo il bacino verso l’alto come ad impalarla meglio, a penetrarla ancora di più. Poi la presi per le natiche contro di me per sentire ancora più attrito mentre la impalavo. Lei intanto farfugliava qualcosa in spagnolo, mi baciava furiosamente mordicchiandomi le labbra, poi si inarcava e alzava gli occhi al cielo e poi di nuovo si gettava su di me spingendosi in basso come per sentirselo sempre più ficcato dentro. Continuammo così per alcuni minuti fino a che sentii la chiara sensazione che da lì  a poco sarei venuto. Quindi ancora alcuni colpi forti dentro di lei mentre la tenevo un po’ distante da me con le mani sui seni, come a volerle vedere il viso eccitato un attimo prima di schizzare fuori il mio piacere. Quella volta fui un po’ temerario nello scopare una sconosciuta senza preservativo e quindi da lì a poco me ne potevo venire in libertà, senza dovermi fermare e senza dover sfilare quel fastidioso guanto di lattice. I vantaggi dell’essere un po’ incoscienti. Ed ecco che proprio quando mi sentivo già fluire i liquidi dentro i canali spermatici, mi rialzai velocemente estraendo quel mio cazzo marmorizzato che fino ad un attimo prima ancora stava ben impiantato dentro la sua fica. Operazione facile visto quanto era fradicia la ragazza. E un istante dopo essere uscito dal suo orifizio ecco che, senza che l’avessi preso in mano o l’avessi orientato da qualche parte, iniziarono a sgorgare brucianti i caldi schizzi di sborra. Fiotti bianchi che le colpirono il ventre, i seni e in parte le raggiunsero la faccia. Schizzi potenti che non credevo potessero colpirla così lontano e che, pur storditi dal piacere, ci lasciarono interdetti. Un attimo per riprendermi da quel momento, da quella scarica di bruciante piacere, e le guardai meglio quel suo volto, rosso, ansimante. Le vedevo leggermente sudato ed anche con qualche traccia bianca di sperma sulla guancia, vicino alle labbra e sulla fronte.
Mi fissò con gli occhi come un po’ smarriti e mi disse nel suo italiano stentato: “non me l’aspettavo”. Io non risposi, mentre prendevo fiato e continuavo a fissarla,  intenzionato a godermi quel volto stravolto e segnato dal mio piacere, tale da potermi presto provocarei una nuova potente erezione. Lei continuò a ripetere: “non me l’aspettavo”. E aggiunse all’improvviso, con un tono ora più lamentoso: “hai visto cosa hai fatto?”-  Indicando con le palme delle mani il suo viso.
Continuai a rimanere in silenzio e a guardarla, fino a che improvvisamente si mise a piangere debolmente: “non me l’aspettavo, non me l’aspettavo”.
A quel punto non sapevo più che cosa fare, sempre eccitato ma adesso anche ulteriormente stupito daquesta sua reazione. Mi limitai ad accarezzarle i capelli, mentre ancora appoggiata sulle mie gambe, teneva la testa rivolta verso il basso: “dai non prendertela, son cose che possono capitare, po passa”. Mentre le dicevo queste parole, un po’ intenerito, un po’ scocciato per la piega che aveva preso la cosa, mi chiedevo però cosa mai fosse capitato di tanto sconvolgente. Gli schizzi improvvisi su di lei, il suo volto leggermente imbrattato del mio sperma o che altro?
Poi all’improvviso, eccola che di nuovo mi fissò negli occhi, come se non fosse più intristita e sconvolta da chissà cosa, mi prende la testa con le mani e mi ficca la lingua in bocca.
Se anche si fosse sentita in qualche modo degradata dal finale spermatico, a quanto pare le passò in un batter d’occhio. E giustamente mi presi la briga di consolarla nuovamente.