sabato 18 giugno 2011

Quando gli autobus sono affollati.......

Proprio una giornata particolare quel 5 giugno 1988: primo esame universitario, peraltro andato di lusso, e poi situazioni nel pomeriggio che hanno rischiato di farmi arrestare come losco “frotteur”.

Della serie atti osceni in luogo pubblico.

Ma andiamo per ordine.

Ore 15, esco da casa in cerca di un meritato relax dopo una mattinata piena di tensioni e soddisfazioni.

Momenti in cui una dose di sesso sarebbe stata proprio l’ideale, ma più modestamente non avevo pensato altro che andare per i cavoli miei in centro e poi vedere al momento cosa combinare.

Era una giornata piuttosto calda e di conseguenza gli indumenti che indossavo e che venivano indossati decisamente leggeri. A volte impalpabili.

Con la mia camicia estiva, giacca leggera, i miei pantaloni slargati, con sotto i boxer d’ordinanza, non faccio in tempo a salire sull’autobus nr. 17, quello che si dirige da sempre verso piazza stazione, che in quella inaspettata ressa di persone mi trovo davanti una ragazza di qualche anno più anziana di me (al tempo non avevo che 19 anni). Alcuni giorni prima l’avevo vista passeggiare con la madre dalle mie parti. Probabilmente una vicina di casa.

Ragazza carina, viso impassibile, mora, tipo mediterraneo, lineamenti delicati, vestita in modo sobrio, elegante, con una gonna aderente che metteva in risalto forme di tutto rispetto. Per dirla in maniera brutale: un gran bel culo sodo.

A 19 anni difficile rimanere impassibili di fronte ad una donna che ti attrae ed in quel momento fu inevitabile un’erezione dissimulata alla meno peggio con la piega della giacca. Pantaloni slargati e boxe certo non aiutavano.

Tant’è l’autobus e la ressa – una frenata - permisero un minimo contatto con quel bellissimo culo, malgrado non fosse mia intenzione sputtanarmi o combinare guai.

Evidentemente la ragazza, molto più sveglia del sottoscritto, dopo essersi girata verso di me in maniera quasi impercettibile, sentendo dietro quella sbarra di carne dura e pulsante dietro, non si è disperata più di tanto e ha pensato bene di appoggiarsi comoda e senza dare troppo nell’occhio.

In quel momento mi sono sentito mancare un attimo il respiro. Non ricordo se fu più l’imbarazzo o l’eccitazione.

Forse ambedue le cose.

C’era molta gente e quel contatto così “pulsante” tra la mia patta gonfia e il suo culo, premuti sempre più forte, per il momento non dava nell’occhio.

La ragazza si era accomodata molto bene e ad ogni oscillazione dell’autobus premeva dietro e si strofinava in maniera accorta e lieve.

Attaccato alle sbarre di ferro mi passavano per la mente le peggiori fantasie, appena frenate dalla presenza di persone sconosciute apparentemente assorte in altri pensieri.

Il tempo passava e il mio cazzo pulsava sempre di più. Avevo timore che in quel modo potessi venire lì, visto che la ragazza mi faceva una specie di sega col suo culo. O io me la facevo col suo di culo.

Resistevo e nello stesso tempo mi chiedevo cosa fosse opportuno fare, se azzardare qualcosa o se lasciare andare le cose così col rischio poi di ritrovarmi una gran macchia di sperma sui pantaloni.

Lì in quell’autobus che però pian piano cominciava a svuotarsi mi veniva sempre più voglia di prenderla per i fianchi e allargarle le gambe. Volevo piantarle il mio cazzo duro e pulsante in mezzo alla spacca del suo culo come per entrare dentro di lei.

Mentre premevo forte e lei faceva altrettante spingendo verso di me, mi passavano per la testa tutte le immagini di quello che le avrei voluto fare: mi sarebbe bastato averla da qualche parte, in un luogo solitario, e senza dirle nulla le avrei alzato la gonna e infilata nei suoi buchi. Caldi. Bagnati.

Volevo sentire il mio cazzo avvolto, stretto nella sua carne fradicia di voglia.

Sentivo bene come stava ferma a goderselo pulsante e come si spostava furbetta spingendo quel suo bel culo sodo contro la mia patta del pantaloni.

Credo di aver rischiato realmente di farmi sgamare davanti a tutti quando la vidi voltarsi dietro - due volte - impercettibilmente verso di me, guardandomi con due occhioni sbarrati; e subito dopo allargare spontaneamente le gambe e chinarsi leggermente afferrando con le mani due sbarre di metallo dell’autobus.

Le mie mani erano scese verso i suoi fianchi con l’intenzione di afferrarli e così premere ancor di più contro di lei. E magari, non visto, far scivolare le dita davanti per toccarle quella sua fica che pensavo ormai fradicia.

Magari la cosa fosse finita così, ma non era un film: la situazione, molto più banale, si svolgeva dentro un autobus che stava avvicinandosi a Piazza Duomo e di conseguenza si stava svuotando.

Già la cosa si faceva complicata ed anche ridicola, con questa ragazza – immobile - che aveva dietro di sé un tipo (io) sicuramente con la faccia paonazza e che si poteva intuire le premeva la patta sul suo didietro.

Proprio in quel momento salì un’amica della tipa

Scena abbastanza assurda: l’amica la saluta, forse crede che lei le venga incontro e invece nulla. Ho letto lo sconcerto sul suo volto, mentre la ragazza che intanto mi regalava il suo culetto sodo rimaneva lì a sentire quel mio cazzo duro che le premeva.

Evidentemente stava talmente bene ed eccitata che non riusciva facilmente a staccarsi da lì.

Come io del resto.

Poi pochi minuti dopo l’autobus arrivò in Piazza dell’Unità, a due passi dalla Stazione SMN, e lì, com’era scontato, l’autobus aprì le porte per far uscire quasi tutti i passeggeri.

A quel punto anche la tipa si è improvvisamente staccata da me ed è corsa all’uscita: fui subito costretto a dissimulare il rigonfiamento dei pantaloni con la giacca.

Scesi anche io e, mentre la ragazza aveva finalmente iniziato a parlare con l’amica, la vidi voltarsi più volte verso di me, seria: non pareva tradire alcuna emozione se non fosse stato per la faccia un po’ rossa e gli occhi un po’ sbarrati quando si voltava a guardarmi.

Non sapevo che fare, ma quando vidi le due amiche allontanarsi di passo veloce, pensai fosse il caso di attraversare la strada e prendere un bus che mi riportasse indietro di qualche fermata.

Ovviamente ero ancora molto eccitato e, pur tentando di dissimulare alla meno peggio, l’erezione era ancora potente.

Non aspettai che pochi secondi ed arrivò nuovamente un bus n. 17 che avrebbe riportato in zona Duomo.

Anche quello era affollato, ma a quel punto decisi di entrare ugualmente

Non voglio farla lunga: la cosa si è subito ripetuta appena messo piede sul nuovo autobus.

Ovviamente ero ancora su di giri per l’esperienza vissuta poca prima, con quel rigonfiamento dissimulato alla meno peggio.

Non feci in tempo ad entrare sul 17 che tornava indietro in direzione Duomo che vidi un bel culetto di ragazza, avvolto di jeans attillati, che letteralmente si incollò alla mia patta ancora così gonfia di voglia.

La cosa mi prese di sprovvista, ma per poco.

Diedi uno sguardo abbassando gli occhi e vidi una giovanissima che guardava davanti a sé e intanto, premendo sempre più il suo culetto sodo, pareva accompagnarsi ad una sua coetanea.

Dopo pochi secondi la sentii dire una frase in inglese all’amica e questa si è allontanata andando più avanti in quel bus ancora affollato.

In quel momento la ragazza iniziò a spingere dietro il suo culo con più forza.

Sempre di più. Sempre più forte contro quella mia patta dei pantaloni che stava pulsando e quasi mi faceva male da tanto mi sentivo il cazzo duro.

Una situazione a dir poco strana, con questa ragazza che zitta zitta spingeva da dietro e si scambiava poche parole in inglese con la sua amica. La quale dopo pochi istanti si è allontanata verso l’altro capo dell’autobus.

Una sorta di messaggio in codice o cosa? Non lo so.

So solo che da quel momento, nell’autobus affollato, ma non tanto da non potersi muovere, questa puttanella si è accomodata il suo bel culetto sodo alla patta dei miei pantaloni e non ha avuto alcuna remora a spingere forte, facendo in modo di sentire la mia erezione proprio in mezzo alla spacca del suo culo.

Aveva iniziato ad aderire anche la schiena contro di me.

Sentivo il suo respiro più forte.

Anche in quell’occasione mi sono chiesto cosa fare.

Sembrava che nessuno ci vedesse e la tentazione di azzardare qualcosa di più rispetto a quanto successo prima mi stava montando.

Intanto la mente andava per la sua strada: sentivo che se l’avessi avuta lì, da sola, in un posto un minimo isolato, l’avrei voluta scopare subito. La voglia di entrare dentro di lei in ogni suo buco.

Detto così è magari molto banale, ma era quello che mi stava martellando il cervello.

Finalmente, dopo un veloce sguardo dato alle persone accanto a me, che sembravano completamente distratte, mi sono deciso e le ho afferrato i fianchi.

Da quel momento la pressione sul suo culo si è fatta più violenta.

C’erano dei pezzi di stoffa tra di noi, altrimenti con quella voglia e quella forza che ci stavamo mettendo, sono certo ne sarebbe venuto fuori un sesso anale tutt’altro che complicato.

La cosa è andata avanti per un po’ e mentre la mia mano stavo scendendo per abbassarle la cerniera e così toccarle la fica che mi immaginavo fradicia, ho visto lo sguardo di un anziano.

Scena probabilmente un po’ ridicola ma ho subito rimesso le mani a posto, togliendole anche dai fianchi della tipa.

Tempo un minuto e l’autobus è arrivato alla fermata del ponte del Pino e lì la ragazza si è velocemente staccata da me, lasciandomi ancora una volta nella condizione di dover dissimulare l’erezione mettendomi la mano in tasca.

Un vero peccato: ancora pochi minuti e credo proprio sarei venuto.

La ragazza, con la sua amica che fino a quel momento stava all’altro capo dell’autobus, è così scesa senza voltarsi.

Appena scesa la tipa che mi si era appoggiata con tanta disinvoltura, si è rivolta alla sua amica facendo un gesto col braccio come per dire (anche dal labiale si capiva): “ce l’aveva così”.

Completamente attizzato, scendo alla fermata successiva e, appena voltato lo sguardo, vedo da lontano che le due ragazze si dirigono verso di me.

Non so se più curioso o più arrapato, rimango ad aspettarle.

Appena mi vedono noto che rallentano, poi continuano. Io le guardo e appena mi passano vicino faccio: “ciao”.

E quella che mi aveva gratificato del suo culo, col volto tutto rosso: “Bè che cosa vuoi?”. Poi velocemente passa oltre.

Io, da bravo coglioncello, rimango lì ancora qualche minuto.

Tornato a casa ancora col mio sesso congestionato, mi sono regalato una violenta masturbata pensando a cosa potevo combinare con quella ragazza.

Risultato: per più di una settimana il ricordo di quella strana giornata da “froutter” mi ha provocato tante di quelle erezioni da costringermi ad una intensa attività masturbatoria.

Peccato che al tempo ero ancora inesperto e un po’ingenuo.

Qualche anno dopo avrei avuto meno esitazioni e, senza remore, sarei andato a cercare quella ragazza per proporle di continuare quel discorso iniziato sull’autobus.

Ne avrei avuto proprio bisogno.

Pochi mesi dopo la rividi sull’autobus 17. Ma è un’altra storia ;)

9 commenti:

  1. mmmmm, due in un giorno. Era il tuo compleanno forse? e poi la percezione maschile e quella femminile è davvero uguale?

    RispondiElimina
  2. No no ma è come se lo fosse stato un compleanno!!!! Una festa di sicuro!
    Percezione diversa tra uomo e donna? Sono convinto che molto spesso sia così, ma nel caso specifico ho avuto ben più di un'impressione che le fanciulle fossero parecchio interessate dalla situazione. Anzi più disinvolte loro di me. Adesso magari non sarebbe così ma allora...

    RispondiElimina
  3. beh considera che a volte io mi sento un'ingenua per cui... tutto può essere... un esame da ricordare quindi...

    RispondiElimina
  4. Diciamo da ricordare soprattutto il post-esame ;)
    Bè ma in fondo a quei tempi ero ingenuo anche io, come ho scritto. E' solo una questione di esperienze, non di carattere. Non penso nemmeno sia stato nulla di particolarmente strano (con occhi attento ho visto che cose del genere capitano): http://tu.tv/videos/apoyada-en-el-colectivo_1. Semmai un po' anomalo che siano successe una dopo l'altra........... Ricordare questi episodi mi mette sempre di buon umore e soprattutto il mio amichetto lì in mezzo alle gambe. Vedrai che tornerò presto con qualche altra pagina di diario ;)

    RispondiElimina
  5. Bè esperienze che non capitano tutti i giorni. Quindi inevitabile ti rimangano dentro la testa chissà per quanto..........

    RispondiElimina
  6. Accidenti! Devo dire che un'esperienza così mi attizzerebbe molto.
    xD

    RispondiElimina
  7. Figurati io che l'ho vissuta!!!! Bè è il bello delle situazioni che nascono spontaneamente e che non ti aspetti..... Ti piacerebbe eh? Magari inizia a frequentare qualche autobus. Io mi sa ricomincio ;)

    RispondiElimina
  8. il 17 eh? no giusto tante volte capito lì...

    RispondiElimina