Un peccato ricominciare tra noi ripetendo cose già fatte.
Ovvero la replica pari pari di sesso già praticato. Peraltro mi rimaneva la
voglia di ficcarglielo in bocca, cosa da lei rifiutata chissà per quale motivo o
tabù ancestrale. Ma avendola vista nuovamente vogliosa di sesso pur dopo la sua
frignatina causa facial inaspettato, pensai bene di riprovarci. Quelle lacrime
rappresentavano un sentimento reale o erano un piccolo pegno da pagare a dei
residui di perbenismo e di educazione repressiva? Era il momento di azzardare una
piccola forzatura nonostante quella sua affermazione un po’ spiazzante: “l’ho
fatto solo con dei grandi amori”.
Io chiaramente non ero un suo grande amore ma avevo un bel
cazzo duro e pulsante di fronte a lei, bello circonciso e pronto per essere
succhiato e leccato senza remore. Perché non approfittarne?
Questi pensieri in realtà mi passarono per la mente in pochi
secondi e non aspettai che pochi istanti per riprovarci.
Non fui affatto
brutale ma più fermo e deciso rispetto quanto accaduto prima. Non le diedi
tempo di riflettere più di tanto sulle sue fisime e con tono perentorio le
dissi di mettersi subito in ginocchio davanti a me.
-
“Non fare come prima. Ora che sei sporca di sborra lo
puoi fare. Stai ferma e apri la bocca”.
Mi guardò con occhi sbarrati e ansimando, ma questa volta,
anche se un po’ esitando, si mise in ginocchio e finalmente socchiuse appena la
bocca.
-
“di più”.
Ma non le diedi tempo. Le infilai il mio cazzo nuovamente
duro e pulsante dentro la bocca socchiusa e incerta. E iniziai.
Si, le dicevo in continuazione “succhia”, “fammi sentire la
saliva”, “dai, la lingua”, e poi prendendole i capelli per immobilizzare la testa
iniziai quasi subito a scoparle letteralmente la bocca. Sentivo che il cazzo le
arrivava in gola e contro le guance mentre lei provava maldestramente a
succhiare, sempre più ansimando. Anzi, mentre lo facevo, vidi che con una mano
si toccava la fica e si scopriva il clito con le dita tremanti. Evidentemente
la cosa iniziava a piacerle, altro che lacrime.
Le scopavo la bocca e me lo facevo succhiare sentivo la sua
lingua avvolgersi sul mio cazzo e vedevo come perdeva la saliva che poi le
scendeva sul mento e sul seno.
Andammo avanti così per qualche minuto mentre avevo iniziato
a trattarla “male”, da troia.
Usavo le parole per amplificare la mia e la sua voglia.
Io non mi fermavo e lei non accennava a voler smettere. Il
mio cazzo era immerso nella sua saliva e brutalizzava le sue mucose orali.
Sentivo che mi rimaveva poco tempo prima di schizzare. La
gratificazione di averle visto la faccia imbrattata l’avevo avuta, ora toccava
alla bocca, soprattutto dopo che mi aveva detto che non l’avrebbe fatto perché
“non ero un suo amore”.
Ora un suo “non amore” invece le avrebbe riempito la bocca
di sperma.
Continuavo a pompare e a spingere ritmicamente il bacino in
avanti di modo da stantuffarle il cazzo in bocca; e poi ecco le prime
contrazioni. Ero lì lì per godere e volevo farlo dentro di lei.
Le dissi, sussurrandole con una voce roca dall’eccitazione:
“Ora sborro, prendila e non sputare”.
E iniziai a venire. Uno, due, tre, quattro schizzi che
sentii abbondanti e che sparirono dentro la sua bocca avvolta dal mio cazzo,
mentre premevo ancora più forte il bacino contro la sua testa.
(continua)