La scena è più o meno questa: metà agosto molto caldo in una
città toscana dentro un autobus non troppo affollato.
Evidentemente con i mezzi pubblici, almeno dal lato sesso,
devo avere un particolare feeling perché anche in quell’occasione – e parlo purtroppo
di molti anni fa – mi ritrovai ancora una volta, e senza premeditazione, seduto
davanti una bella ragazza con aspetto sudamericano.
Autobus semi vuoto che si dirigeva verso casa mia (casa
vuota) mentre sia io che lei avevamo calzoni corti, gambe scoperte. Cosa sarà
mai successo? Ovviamente l’avete capito.
Le nostre gambe che più o meno casualmente si toccano e –
guarda caso – a quel punto non si allontano ed anzi iniziano a premere sempre
più forte.
Arrivati al capolinea non scendiamo subito e ci guardiamo
negli occhi mentre ancora siamo belli messi comodi con le nostre gambe nude che
premono le une sulle altre. La ragazza mi guarda finalmente negli occhi e
scoppia in una risata, mentre io mi limito ad un sorriso.
Subito dopo la proposta, secca, senza troppi giri di parole:
“Ti va di venire da me, ti offro qualcosa?”.
Quel qualcosa non fu affatto specificato ma credo si
intuisse non sarebbe stato semplicemente un liquore o una bibita.
Scendiamo quindi quasi senza dirci nulla e dopo appena cinque
minuti siamo a casa mia.
La faccio accomodare in salotto e le offro serio serio davvero
un aperitivo con tutti gli annessi e connessi del “come ti chiami”, “cosa fai
in Italia” etc etc.
Tempo tre minuti e mi siedo sul divano accanto a lei. Poi
d’istinto un bacio accolto senza alcuna remora. Le dico: “andiamo di là?”,
indicando la camera da letto.
Non mi risponde neanche, si alza e si infila velocemente lì
dentro sedendosi sul letto seria seria e poi guardandomi fisso in volto.
Il resto fa parte inizialmente del mio repertorio, con un
altro bacio in bocca e tanta lingua mentre la spoglio e si spoglia
freneticamente buttando i vestiti sul pavimento.
Una bella ragazza mora, piccolina, bel viso, atteggiamento
timido nonostante questo sesso accolto in tempi così brevi, che da subito mi
aveva ispirato una bella leccata di fica. Non so perché in particolare questa
ispirazione con lei, malgrado la cosa mi sia sempre piaciuta, e quindi dopo
averla baciata in bocca e sui seni abbondanti, ormai scoperti, la feci stendere
velocemente sul letto allargandole le gambe. Poi eccomi chinato sulla sua fica
con le dita intente ad allargarla ancora di più, a dischiuderla proprio e poi
subito a lavorare di lingua. Fradicia, immerso nel suo odore acre ma tutt’altro
che sgradevole, alzando gli occhi verso di lei, la sentivo ansimare forte e
sussurrare qualcosa di incomprensibile mentre intanto infilavo la mia lingua
dentro la sua fica e le avvolgevo veloce il clitoride duro e pulsante. Quasi
come a bere il suo succo del piacere. Come “antipasto” la volevo fa venire solo
con la mia bocca e sentivo che ci stavo riuscendo anche dopo pochi minuti,
mentre intanto il mio cazzo era diventato di marmo e non aspettava altro di
entrare dentro di lei….