sabato 4 febbraio 2012

La chat, il telefono e poi......(parte IV)


Ero lì accanto a lei, esausto dopo due violente eiaculazioni; ma ancora una volta il vederla in viso tutta imbrattata, con i segni del nostro piacere, mi diede energia per continuare a farlo.

Era sicuramente la situazione, il fatto, magari pure strumentale, di alimentare la voglia con questa sorta di feticismo dello sperma (vederla grondante sborra), che quella volta sono stato capace di ricominciare, per la terza volta, dopo pochi minuti.

E nell’occasione, con la mente tutta rivolta al suo culo – non so nemmeno come mai visto che era la parte di lei meno attraente, un po’sovrabbondante - il mio strumento di piacere doveva essere ben duro per poterla penetrare e per superare le strettoie di quel buchino di carne.

Ancora con le mani sul suo seno imbrattato di sperma, quasi nel volerle fare un massaggio con la crema, uno sguardo insistito al suo viso ansimante e con la bocca sporca di bianca sborra, e poi le intimai di girarsi.

Lei lo fece e velocemente, senza dire nulla, soltanto annuendo seria verso di me; e con le mani le allargai prima le cosce e poi le natiche per poi scoprire del tutto il suo ano tutto roseo.

Mi avvicinai e ci sputai sopra due volte.

Poi ancora con un tono di voce perentorio le dissi di stare ferma che l’avrei inculata.

Le dissi proprio così, quasi freddamente ma con la voce che mi tremava un po’, avvicinandomi al suo orecchio destro mentre mi appoggiavo pesantemente alla sua schiena:

- Adesso devi fare ancora la mia troia. Stai ferma che ti inculo. Te lo ficco fino in fondo al buco del culo.

Lei rimase un attimo zitta e poi disse quasi con tono impercettibile:

- Fallo.

Poi con la mano presi il mio cazzo, al quale avevo infilato nuovamente un preservativo alla meno peggio, e lo appoggiai a quel buchino dilatato sul quale pochi secondi prima avevo sputato la mia saliva.

Iniziai a premere prima piano e poi sempre con più forza.

Sentivo come cedeva sua carne morbida e intanto il mio cazzo veniva avvolto stretto da altrettanta carne.

Non potevo guardarla in faccia ma sentivo che stava ansimando più forte di prima rispetto alle altre due volte che l’avevamo fatto.

Non credo fosse vero dolore, o se lo era sicuramente capivo che era misto ad una gran voglia.

Una volta che il suo culo fece sparire dentro di lei gran parte della mia asta ancora dura e pulsante, smisi di spingere in maniera uniforme come semplicemente per infilarlo e iniziai a scoparla.

A scoparle il culo, mentre da dietro, pur nella scomodità della situazione, un po’ la tenevo per i fianchi e un po’ strizzavo i seni e le toccavo la fica fradicia infilandole anche le mie dita.

Me lo sentivo tutto avvolto, premuto e nello scoparla in quel canale stretto quasi sentivo male tanto era lo strofinare del mio cazzo dentro di lei.

La scopavo e intanto potevo dirle di tutto al suo orecchio.

Quelle frasi pesanti mi venivano spontanee tanto più che avvicinandomi alla sua testa sentivo il suo ansimare e lei che, con voce flebile rispetto i suoi rantoli di piacere, mi diceva:

- Inculami porco. Spaccami. Sono la tua troia.

Ancora una volta dopo alcuni minuti di questo violento sesso anale iniziai a sentire gli stimoli dell’eiaculazione.

Non volevo sborrare nel preservativo, non volevo privarla e privarmi del piacere di regalarle gli ultimi residui del mio sperma.

Quasi facendo uno sforzo di volontà le sfilai velocemente il mio cazzo dal suo buchino stretto contemporaneamente sfilando quel sempre fastidioso palloncino di lattice, lo presi in mano e la girai verso di me tentando di non venire proprio in quel momento.

Appena la vidi in viso ancora non del tutto girata verso di me, mi partirono gli schizzi.

Schizzi quasi brucianti ad ogni loro uscita dal mio cazzo, che la colpirono ancora una volta tra viso, bocca e seni.

Pochi secondi intensissimi, dopo i quali crollammo l’uno accanto all’altra.

2 commenti:

  1. Scusa il ritardo nel risponderti ma noi qui sono giorni che siamo isolati...cosa dire del tuo post è sempre un pericolo leggerli!!! scherzo...

    un saluto per te tesoro...

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  2. L'importante è che quel "pericolo" voglia dire un bell'effetto collaterale ;)

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