giovedì 17 novembre 2011

La chat, il telefono e poi...... (parte III)

Tutto quel succhiare e poi quella violenta eiaculazione avevano rallentato un attimo il mio impeto verso di lei.

Giusto il tempo di riprendere fiato.

Ma era come mi immaginavo: con le tracce evidenti del mio piacere su di lei, come fosse l’effetto di una mia dominazione (forse era questa cosa tutta mentale che amplificava il desiderio) non mi permisero di stare fermo per molto.

Era giusto ricambiare, non fosse altro che la mia eccitazione con una donna aveva un senso soltanto nel vederla eccitata e partecipe.

Nel frattempo, avendo capito cosa le avrei fatto ora che non si trattava soltanto di usare la sua bocca, si era affrettata a togliersi i vestiti facendomi vedere quei suoi due grandi seni, sodi e con i capezzoli in erezione.

Mi avvicinai a lei, velocemente le misi la mia bocca sulla sua, le introdussi dentro la mia lingua cercando la sua; e contemporaneamente iniziai a toccarla dappertutto soffermandomi sui seni e sotto massaggiando il suo clitoride gonfio e infilando le mia dita nella sua fica fradicia.

Scesi con la bocca e iniziai a succhiarle i seni e i capezzoli, mentre le stava ansimando a occhi semi chiusi.

“Adesso lo faccio io a te” – le dissi con voce forte all’orecchio.

Quindi, dopo essere tornato un attimo a succhiarle i seni, mi staccai da lei e, con tutte le difficoltà dello stare in un’auto e quasi al buio, le presi le gambe e le allargai davanti a me con decisione.

- “Ora stai ferma”.

Davanti a me con la fica dischiusa, non ebbi alcuna esitazione e avvicinai la bocca mentre intanto con le mani le allargavo ancora le labbra fradice di piacere.

Iniziai a leccarla e poi a succhiare intensamente quella fica tutta bagnata di liquido acre ma tutt’altro che sgradevole.

Mentre avevo la bocca e la lingua affondata tra le sue cosce e sul suo sesso pulsante e grondante umori bagnati la sentivo respirare forte, quasi con difficoltà.

Poi mi fermai, non volevo che venisse solo col sesso orale.

Con le mani tremanti e impazienti presi dalla tasca dei pantaloni, che al momento erano soltanto abbassati, uno dei preservativi che mi ero portato dietro, immaginando bene cosa sarebbe successo.

Come spesso accade non fu proprio facilissimo infilarsi quei cosi di gomma mentre l’urgenza ti chiedeva di fare altro.

Tant’è una volta avvolto il mio cazzo ormai nuovamente pulsante in quella fine pellicola artificiale, mi alzai leggermente prendendolo in mano e orientandolo dove poco prima stavo leccando.

Un colpo secco e fui dentro di lei.

Da parte sua un gemito soffocato e poi un respiro ancora più affannoso; mentre io sentendomi stretto da quella carne stretta e che, nonostante il preservativo, sentivo essere fradicia, non pensai altro che affondare il più possibile dentro di lei e spingere e spingere e spingere…..

-“Ora girati”.

Quando le dissi così ancora non sapevo se incularla oppure prenderla semplicemente da dietro.

Le chiesi mentre si stava voltando veloce contro il sedile: “Vuoi che te lo metta nel culo?”

-“Non lo so, per ora continua a sbattermi così”, mi rispose con voce rauca e quasi impercettibile.

Ora avevo davanti quel suo culo un po’ grosso; la voglia di violare il suo buchino c’era ma prendendolo ancora in mano lo appoggiai alla fessura della fica e lo infilai con forza continuando a scoparla così, da dietro.

In quella posizione, quasi appoggiato alla sua schiena, mentre la penetravo ritmicamente su e giù, intanto con le mani le frugavo i seni e sotto la masturbavo.

Ora sentivo di essere vicino a venire nuovamente.

Mi avvicinai di più al suo orecchio e nello stesso tempo iniziai a scoparla ancora più forte: “tra poco sborro, ti prego mettiti davanti a me subito”.

Mi obbedì, mentre si girava velocemente, io altrettanto velocemente tentai di liberarmi di quell’involucro di gomma e non feci in tempo a sfilarlo del tutto che esplosi il mio piacere prima un po’ fuori bersaglio e poi, grazie alla mia mano sinistra, nel prenderla per la testa, proprio dentro la sua bocca.

Mentre venivo nella sua bocca e sentivo gli schizzi riempirla, era come se continuassi a scoparla, continuando a muovere in bacino per farle entrare il cazzo tutto dentro di lei.

Una volta esauriti gli schizzi, pur dando uno sguardo alla sua bocca che grondava liquido biancastro e le colava sui seni, mi riversai esausto accanto a lei.

Ancora una volta un attimo senza forze che nel guardarla, forse con aspetto ancor più strapazzato di quando le ero semplicemente venuto in faccia, mi chiesi se non fosse il caso di ricominciare.

In fondo quel suo buchino stretto era lì, pronto ad essere violato. [….]

10 commenti:

  1. Caspita quanto ardore nel tuo racconto! Non era proprio il caso di leggerlo dato il mese e mezzo di astinenza! :)

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  2. Ma no ma no, certe ispirazioni fanno solo bene. C'è solo poi la necessità di sfogarle come si deve ;)

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  3. ho letto tutte e tre le parti e devo dire che l'ardore lo noterebbe anche uno che scopa tutti i giorni, non solo chi come White Rose o me è in astinenza!

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  4. E' il complimento migliore, seppur dato ad un pezzo buttato giù in velocità e con inevitabili refusi. Era quello che volevo comunicare al di là delle descrizione più o meno spermatiche ;)

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  5. La passione è palpabile...si sente...

    felice di trovarti sempre così in forma...

    ti auguro un dolce pomeriggio...

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  6. Grazie Pupottina, auguri anche a te! ...Il contesto è più spermatico che natalizio ma secondo me va benissimo così ;)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. eh si una bellissima esperienza. Confermo: bello!

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